Dalla CECA all’UE passando per il carbone e l’acciaio

In periodi in cui l’Unione Europea non è molto di moda, tranne nei paesi dove veramente conviene (e uno dovrebbe essere il nostro, visto il debito pubblico che ci portiamo appresso), non è male ricordare da dove siamo partiti. A ricordare come questa organizzazione internazionale sovranazionale, che mette insieme la quasi totalità dei paesi europei, abbia consentito a un continente in macerie di raggiungere standard di sviluppo e di livelli di vita tra i primi al mondo, con eccellenze in tutti i campi.

Per capire quanto è stata importante la Comunità Europea, fondata con i Trattati di Roma del 1957, e i successivi allargamenti, basterebbe dare uno sguardo a ciò che è successo a due dei paesi fondatori, nonché il nucleo storico della storia Europea negli ultimi 150 anni. Francia e Germania da tempo condividono il confine a sud del Belgio e del Lussemburgo. In questo confine ci sono alcuni dei luoghi più ricchi di materie prime del mondo, in particolare di metalli e minerali. Alsazia, Lorena, Saar sono ricchissime di ferro o di carbone. Ora va capito il ruolo giocato da queste due risorse nello sviluppo economico e tecnologico dell’Europa. Grazie al carbone è possibile sfruttare un tipo di energia a basso costo (fossile) e molto efficiente, in grado di alimentare i forni. Dal ferro si può ottenere l’acciaio, alla base di tutte le costruzioni moderne e delle grandi industrie. La Germania, in sostanza, si è sempre trovata al confine in una situazione opposta a quella della Francia: ricca di carbone, ma povera di ferro. Non può sorprendere pertanto che fin dai tempi della Guerra Franco-Prussiana del 1870 questa zona sia stata teatro di scontri aperti. Guerra che si sono ripetute nel 1914 e nel 1940 sulla scia della rivalsa da ambo i lati. Ma dopo la seconda guerra mondiale, con l’Europa in macerie, l’unico modo per tenere a bada un quarto tentativo di rivincita, magari tedesco, era quello di far dialogare gli uni e gli altri, chiamando in causa altri paesi. L’Italia ad esempio: il nostro paese era in macerie e ancora più povero di materie prime. E non poteva giocare alcun ruolo importante, se non in un concerto europeo.

Non può sorprendere che il primo patto tra Francia e Germania, poi allargato ad altri paesi, fosse la CECA cioè la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. CREATA NEL 1951 aveva proprio lo scopo di mettere insieme la produzione delle due materie prima. Essa fu il nucleo originario a sei stati (con Francia. Germania Occidentale e Italia entrarono anche Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi) che diede vita nel 1957 ai Trattati di Roma.

La vita della Comunità Europea nei primi anni era animata dai padri fondatori e si basava su quella che allora sembrava un’utopia: mettere insieme le risorse, eliminare i dazi doganali, favorire una libera circolazione di merci e di persone, che avrebbe consentito ai paesi membri di concentrarsi sulle politiche di sviluppo. Non è un caso che essa fu poi allargata a paesi come Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca e poi negli anni ’80 la Grecia, la Spagna e il Portogallo.

La CEE è stata fondamentale per il passaggio all’Unione Europea, quella che viviamo oggi. Certo, ci sono stati errori, ma è stata necessaria per permettere non solo la pace, ma anche un livello di sviluppo che tutti i paesi ci invidiano. Non è un caso che i paesi europei come la Francia o la Germania siano al centro di mirati attacchi terroristici: si invidia lo stile di vita aperto, pacifico, nel quale c’è un alto grado di sicurezza sociale.

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