Le bombe atomiche: riassunto su come funzionano e quali tipi esistono

Le armi nucleari vengono anche definite armi di dissuasione o di deterrenza, in quanto la minaccia del loro utilizzo è più efficace dell’utilizzo stesso (che comporta serie conseguenze politiche anche per chi le usa). Un caso storico accertato di dissuasione effettivamente riuscita è avvenuto nel 1956, durante la crisi di Suez. Dagli archivi storici della Russia è saltato fuori che l’allora URSS, per forzare Francia e Gran Bretagna, minacciò esplicitamente di colpirle con le armi nucleari. Grazie anche al mancato appoggio USA le due nazioni furono costrette a lasciare l’Egitto, che nazionalizzò definitivamente il Canale.

Effetti dell’esplosione di una bomba atomica

Le armi nucleari si differenziano in base al loro funzionamento. Tecnicamente esse utilizzano l’energia nucleare e quindi il principio della trasformazione della massa in energia, per produrre una forte esplosione che fa danni principalmente con l’onda d’urto. Altri danni sono provocati dall’effetto termico: il grande calore scatenato dall’esplosione, che genera un’immensa palla di fuoco che dà luogo al fungo “atomico”, inconfondibile per la sua forma. L’irradiamento termico provoca incendi e devastazioni che possono essere disturbate dal clima atmosferico. C’è poi l’effetto radioattivo con la cosiddetta ricaduta (fall-out) dei residui dell’esplosione, soprattutto del materiale fissile usato (non tutto viene speso, ma solo la massa critica): raggi gamma vengono liberati ovunque producendo gravi danni al DNA delle nostre cellule. L’irradiamento elettromagnetico mette K.O. tutti i sistemi elettronici, oscurando e silenziando la zona colpita per un raggio molto ampio.

Le testate e i vettori di lancio

Le armi nucleari vengono montate su delle ogive dette anche “teste” da cui il termine di testate nucleari e possono essere lanciate sia come artiglieria fissa o semovente, sia da rampe missilistiche, sia da sottomarini, sia da imbarcazioni come cacciatorpediniere e incrociatori (di norma in scorta a una portaerei). La prima bomba atomica fatta esplodere su Hiroshima era stata sganciata da un bombardiere B-29.

La bomba A come quella di Hiroshima

Le armi nucleari non sono tutte uguali: le prime ad essere utilizzate furono le bombe atomiche di tipo A. Impiegano un metallo pesante, l’uranio-235 per scatenare una reazione incontrollata in grado di generare energia in maniera spettacolare (50 grammi di materia che partecipa alla fissione basta a produrre l’effetto di 1000 tonnellate di tritolo, cioè un kilotone). La quantità di materia necessaria affinché si produca un’esplosione per reazione a catena viene detta “massa critica”. Servono circa 5kg di plutonio 239 e 10 kg di uranio 235 perché si sviluppi. Una volta raggiunta la massa critica la reazione può partire. Importante in questo caso è il cosiddetto “innesco”. Nella bomba A tradizionale l’innesco può avvenire in diversi modi. Eliminando le barre di “assorbitori” con delle piccole cariche esplosive convenzionali, si elimina il controllo sulla reazione (come avviene nei reattori nucleari con le barre di controllo); oppure si “sparano” mediante esplosivo convenzionale due masse sub-critiche di materiale nucleare; oppure ancora si fa implodere una massa critica tenuta sotto-controllo grazie alla presenza di cavità che vengono meno una volta che si fa implodere e comprimere il materiale fissile.

La bomba H a idrogeno o termonucleare

La bomba atomica che ha generato la più grande esplosione è la Bomba H o bomba termonucleare. Come suggerisce il nome, essa sfrutta degli atomi leggeri come isotopi dell’idrogeno, quali deuterio e trizio, ricavati dal litio. Essi vengono portati a una temperatura altissima tramite la fusione nucleare. Tuttavia spesso questa reazione viene usata nell’innesco per far esplodere una bomba A: si dice termonucleare proprio perché sfrutta l’enorme calore prodotto dalla fusione degli isotopi di idrogeno, che scatenano l’esplosione nucleare di tipo A. La bomba H si comporta come una stella: sfrutta l’enorme calore e l’enorme pressione per fondere gli atomi e generare energia che poi viene sfruttata per innescare la fissione di uranio 238 o torio 232. L’esplosione è talmente potente che si pensa che possa raggiungere i 100 megaton, dove un megaton corrisponde a 1000 kiloton. Se l’esplosione fa più danni, la ricaduta radioattiva è comunque minore e questo comporta un maggior effetto di deterrenza, dato che vengono ridotte le ricadute politiche dei danni permanenti delle radiazioni.

La bomba N a neutroni

Infine abbiamo la Bomba N o bomba a neutroni. Questa nasce come un piccolo ordigno che nella dottrina americana doveva essere scagliato contro le divisioni di carri armati sovietici, che si fossero lanciati sulla pianura germanica durante la Guerra Fredda. Arma tattica dunque, in grado di annientare l’esercito nemico in avanzamento sul terreno. La bomba a neutroni nasce concettualmente come ordigno a bassa potenza, che scatena poche radiazioni, ideale per il campo di battaglia. Può essere lanciato da batterie semoventi e da caccia-bombardieri in volo.

Nel video alcuni test di esplosioni nucleari degli americani:

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