L’oro si rinviene spesso in forma quasi pura, il che lo fa distinguere immediatamente dalle rocce e dalla sabbia associate in qualsiasi punto in cui sia sufficientemente concentrato. Proprio per questa ragione, esso fu con tutta probabilità il primo metallo ad essere usato dall’uomo circa 6000 anni fa e a divenire in seguito assai ricercato per le decorazioni e la gioielleria. Dovettero però trascorrere centinaia di anni prima che assumesse un ruolo monetario ed invero fu il celebre Creso, re della Lidia, a coniare nell’anno 550 a. C., le prime monete d’oro. Oggi, circa il 60% di tutto l’oro estratto in natura viene depositato nelle banche governative per fungere da avallo alla corrente valuta monetaria mondiale ed è accettato da tutte le nazioni per estinguere i debiti. L’italia, forse non tutti lo sanno, ha una riserva aurea tra le più importanti del mondo, la terza se si esclude il FMI, dietro Stati Uniti e Germania. Questa grande disponibilità di oro, resa pubblica da Bankitalia, va considerata col 65% detenuto nelle riserve internazionali. La copertura è pari a 130 miliardi di dollari. Le riserve auree sono importanti per affrontare improvvise crisi. Ma in Italia oltre alla riserva di moneta d’oro va considerata anche la grande quantità d’oro presente nel patrimonio artistico e monumentale, artigianale e civico, che ne fa uno stato praticamente sempre solvente, al netto delle crisi di debito sovrano. Il David di Michelangelo, se mai dovesse essere messo in vendita per cercare di colmare il debito, varrebbe da 2,1 miliardi di euro a 35 miliardi, se lo si dovesse valutare col metro delle valutazioni attuali.
Calcolo della purezza dell’oro
Il secondo uso dell’oro è quello della gioielleria. Per questi scopi viene quasi sempre usato in lega con una minima quantità di zinco, e con quantità maggiori di argento e rame, i due elementi cui l’oro è più affine nella struttura atomica, difenderebbe soltanto per il numero quantico principale (è infatti situato nello stesso sottogruppo del sistema periodico degli elementi, la tabella di Mendeleev). Laddove, per motivi estetici, si preferisce l’oro bianco al posto dell’argento, viene usato il nichel. La purezza dell’oro viene misurata mediante una scala di 24 carati; pertanto, quando si parla di oro a 12 carati, s’intende che è puro al 50%. La caratura degli oggetti di gioielleria oscilla in genere da 9 a 22 carati.
L’oro in gioielleria: gioielli e decorazioni
L’oreficeria italiana ha una grande storia: esistevano botteghe di lavorazione dell’oro e dei metalli preziosi fin dai tempi degli antichi romani e si sono sviluppati in seguito come espressione dell’arte sacra. Notevoli le lavorazioni destinate alla gioielleria o all’arredamento. Nel campo dei gioielli in oro spiccano ancora oggi botteghe e marchi importanti, che producono delicati monili dal gusto artistico notevole, apprezzati in tutto il mondo. Anelli, bracciali, ciondoli, collane, orecchini, lavorazioni con pietre preziose come il rubino, lo smeraldo, lo zaffiro e soprattutto il diamante attirano molti acquirenti da tutte le parti del mondo. Esiste un importante distretto del gioiello a Valenza, in provincia di Alessandria. Si tratta di un’area dove esistono tantissime imprese artigianali dedite alla lavorazione dell’oro, fabbricazione di monete e gioielleria di alto livello, riconosciuta in tutto il mondo. La manualità ne accresce il valore, grazie al fatto che spesso vengono prodotti pezzi unici.
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