Dove si trova il petrolio

L’idea che ci facciamo del Medio Oriente è abbastanza semplice: deserti di sabbia e tanto petrolio sotto terra. Ma la convinzione che il petrolio si trovi solo sotto aree desertiche – per quanto percettibile – non corrisponde al vero.

Il petrolio si forma, assieme al gas naturale, nel corso di milioni di anni come residuo organico di esseri viventi che hanno popolato il pianeta, ad esempio il plancton. Grandi foreste inabissate nelle profondità della Terra creano le riserve di carbone, mentre il petrolio spesso si forma per l’azione concorrente di batteri. Le riserve pertanto sono legate alla quantità di esseri viventi del passato, che invero, senza l’azione dell’uomo, è molto ampia.

petrolio

Ma se andiamo a vedere da vicino dove si trova il petrolio, scopriremo che la mappa delle riserve attualmente disponibili e stimate non corrisponde solo ai deserti.

In Europa il petrolio è presente in misura marginale in Romania, nei Carpazi, tra Ucraina e Russia, un po’ in Italia meridionale (gas in Sardegna, Sicilia, Basilicata) e soprattutto in grandi giacimenti sottomarini tra Gran Bretagna e Norvegia (petrolio del mare del Nord, il cosiddetto Brent). Si trova un vasto giacimento petrolifero anche intorno alle coste orientali della Groenlandia.

In Asia il petrolio si trova in vaste proporzioni in Siberia e nei paesi dell’Asia centrale, come il Caucaso e in modo massiccio in tutta la penisola arabica, in paesi come l’Iran, l’Iraq, l’Arabia Saudita e i piccoli emiri. In Africa è presente soprattutto in Libia e nella costa occidentale. In Estremo oriente i paesi petroliferi sono pochi, tra i più significativi c’è l’Indonesia, la Cina ha qualche giacimento nei pressi della penisola coreana.

Nel continente americano tra petrolio e spiagge bituminose segnaliamo le riserve degli USA e del Canada (gli USA strategicamente non le vendono e non le consumano), più quelle molto importanti del Brasile e del Venezuela.

La maggior parte del petrolio si trova nella fascia tropicale del Medio Oriente, ma dal punto di vista della diffusione in realtà esso insiste nella zona sub-artica, nei pressi dei delta dei fiumi e in vaste aree sottomarine, non del tutto esplorate (i costi sono elevati rispetto ai guadagni potenziali).

L’idea che il petrolio nasca dalle foreste è sbagliata, così come è sbagliato associarli direttamente ai deserti, non fosse altro che il periodo di formazione del petrolio va ben al di là di quello dei movimenti della crosta terrestre. Essa ha cambiato conformazione nel corso dei milioni di anni. La penisola arabica non si era nemmeno formata e la Terra stava conoscendo diversi passaggi climatici.

Il petrolio si forma in tutte quelle zone che un tempo furono densamente popolate da animali come il fitoplancton, le alghe e che si sono depositati sul fondo una volta terminata la loro esistenza. I successivi movimenti della crosta e delle placche hanno facilitato la formazione di faglie e fenditure sotterranee. Per questo motivo è ragionevole pensare che le maggiori scorte siano sottomarine, ma non perché i mari erano abitati dal plancton, quanto per il semplice motivo che le acque rappresentano oltre i 2/3 della superficie del pianeta.

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